L’età paleolitica e l’insediamento della marmotta
Gli studi archeologici intrapresi dal 2001 dall’Università di Ferrara hanno confermato l’importanza dell’altopiano di Pradis nella storia della colonizzazione da parte dell’uomo.
I sondaggi stratigrafici nella Grotta del Clusantin hanno portato alla scoperta di selci scheggiate, utensili e armi da caccia, resti di focolari e ossa di animali risalenti a 14mila anni fa. La maggior parte delle ossa ritrovate appartenevano alle marmotte, principale oggetto di predazione, cacciate presumibilmente da luglio ad agosto, che fornivano ai cacciatori paleolitici carne, grasso e pelliccia. Utilizzando la selce, gli uomini erano in grado di cacciare, scuoiare e trattare le pellicce di marmotta, badando bene a non rompere le ossa. La macellazione delle carni avveniva ad un metro circa dall’entrata della grotta, attorno ad un masso, mentre la zona interna dell’antro non era affatto abitata, probabilmente per il timore di eventuali crolli.
Nella Grotta del Rio Secco sono stati recuperati reperti di particolare importanza, risalenti a 40mila anni fa, degli ultimi uomini di Neanderthal.
Recenti scoperte hanno portato al rinvenimento di tracce anche nella vicina Grotte della Madonna, dalla quale provengono resti di clavicole di marmotta; la caccia quasi esclusiva a questo roditore ci fa capire la copiosa quantità di esemplari che vi erano nel territorio in età paleolitica.
I risultati di queste ricerche si possono oggi visitare presso il Museo della Grotta a Pradis di Sotto.